Turchia: promossa da Moody's e da Rbc
La Turchia torna interessante
Il debito è sotto controllo, l'economia cresce e l'inflazione ha iniziato a calare. La politica monetaria sembra, finalmente, coerente, continua nella direzione prescelta e decisa a vincere l'inflazione creata dalle assurde politiche volute da Erdogan.
Solo un anno fa, la Turchia si trovava con un'inflazione oltre l'80% e tassi all'8,5%; un'incongruenza assurda e suicida a cui Erdogan sembrava non voler rinunciare. Fortunatamente ci hanno pensato i mercati e le conseguenti pressioni sull'economia e sul popolo turco a far cambiare idea al leader turco.
L'arrivo di Simsek ha portato un'aumento dei tassi dall'8,5% al 50% che ha consentito di bloccare e ridurre l'inflazione, ma soprattutto ha portato nuovamente fiducia verso il paese al centro del mediterraneo.
Ma i numeri spiegano meglio di ogni cosa:
- L'inflazione è scesa dall'80% al 60% ed è prevista al 35% entro fine anno e al 15% per la fine del 2025
- La fiducia ha consentito di portare 20 miliardi di dollari di investimenti
- Le partite correnti sono nettamente migliorate
- Le riserve valutarie negative per 60 miliardi sono tornate positive e quelle lorde hanno raggiunto i 150 miliardi
- I CDS che misurano il rischio paese sono passati da 750 del 2023 ad un più tranquillo 250 attuale.
- La Turchia è in una posizione di grande importanza strategica.
- Grazie al Mar Nero diventerà nei prossimi un importante fornitore di energia.
- La lira turca si è stabilizzata
A fronte di questi dati si comprende come Moody's abbia upgradato la Turchia con un balzo di 2 gradini e come ci si aspetti che le prossime analisi di Fitch e S&P migliorino il rating del paese.