Le banche centrali decidono sull'aumento dei tassi di interesse: rischio di stagflazione e dalle banche shock finanziario imminente .
La BCE e la Fed, la settimana scorsa, hanno deciso sui tassi di interesse e hanno deciso per un aumento dello 0,25%, esattamente tutto come previsto, come si aspettava il mercato.
Potevano essere importanti le conferenze stampa, ma anche in questo caso c'è stata abbastanza ambiguità da parte della Fed, o meglio è stata una conferenza stampa attendista che ha lasciato aperte le porte per qualsiasi cosa.
Più o meno ha fatto la stessa cosa la Lagarde, anche se ha precisato che assolutamente non si abbasseranno i tassi e che si guarderanno sempre i dati. Questo è il fil rouge delle banche centrali. Qualsiasi pausa non sarà definitiva, ma semplicemente sarà un qualcosa dettato dal momento e dai dati che usciranno.
Quindi, le previsioni in effetti, non sono ottimistiche per l'economia, c'è un forte rischio e una forte paura per una ripresa dell'inflazione, dovuto a un nuovo aumento del petrolio, grazie a un'economia statunitense che sta tenendo molto bene e a un'economia cinese, asiatica che ci si aspetta comunque in crescita nei prossimi mesi. Questo sta portando a rialzo alcune materie prime, quindi il rischio che si possa entrare in un periodo di stagflazione, dove ci si aspetta la recessione per l'autunno, a fine anno e inizio del 2024 e un'inflazione che riprende vigore, è uno dei maggiori problemi che porta poi alle conseguenze di decisioni molto difficili da parte delle banche centrali. Questa è la situazione attuale, si rivela che la lotta all'inflazione è sempre dura perché come avevo detto più volte, quando si è fatta uscire dalla gabbia è molto difficile poi farla rientrare, ci possono essere degli avvicinamenti a quanto si vorrebbe e al recinto, ma poi farla rientrare realmente è un'altra cosa, quindi questo è il problema attuale. Problema che abbiamo su tutto il mercato, una contraddizione di vari elementi che comprendono gli errori fatti nel passato, i tassi a zero, la stampa di moneta esagerata, il debito fuori da ogni controllo, hanno portato a queste conseguenze di un'economia che comunque non può essere un traino forte e potente in questo momento e dall'altra parte un'inflazione che continua a esercitare le sue pressioni e a colpire soprattutto le fasce più deboli.
Quello che hanno detto anche a livello bancario, le stesse categorie sindacali, le associazioni è che si prevede uno shock finanziario perché i tassi, che restano elevati, porteranno grossi problemi sui mutui e sulla capacità di pagare le rate corrispondenti. Ripetiamo sempre che si è fatto passare sotto silenzio il fatto che 15 miliardi di rate non vengono pagate. A mio parere non verranno pagate nemmeno nei prossimi mesi, ma anzi aumenterano con tutte le conseguenze del caso che avremo.
Sui mercati abbiamo ancora una buona ripresa, una buona tendenza al rialzo, nonostante il calo degli utili sia stato del 7,3%, ma questo non è abbastanza a causa del fatto che la liquidità è ancora enorme sui mercati, non esiste ancora una vera alternativa alle gestioni obbligazionarie, quindi si riversa ancora tutto nel mercato azionario.
Staremo a vedere poi come verrà risolto in autunno questo problema di possibile stagflazione e come saranno i dati sull'economia.
Oggi è uscito quello italiano e il PIL italiano è in negativo nel secondo trimestre, in contraddizione a quanto dicevano le autorità di ogni tipo e in linea con quanto si percepiva girando semplicemente per strada, andando nelle aziende e sentendo il polso di chi lavora sul mercato vero.