Previsioni: quanto durerà
La recessione è una certezza, ma la ripresa è contrastata
Dopo la sbornia dovuta, dopo una sottovalutazione del problema,
alla rincorsa a scontare l'incidenza a livello economico degli effetti
del virus, ci si ferma, forse, un attimo, per fare il punto della
situazione.Caos, discesa repentina, intervento monetario
delle banche centrali con importi monster (a debito ovviamente) e, ora,
valutazione della situazione.Il terremoto provocato da questi
eventi ha spazzato via in un baleno tutte le analisi e i parametri su
cui ci si era basati. Da una crescita mondiale vicina al 3% si è passati
ad una recessione globale già, in essere, di qualche punto percentuale
nell'arco di un mese.Recessione del 1° trimestre intorno al
12-14% nel primo trimestre in Italia con un -4-6% su base annua, una
recessione del 5% in Euroa per il 2020 e del 12-14% negli Usa nel primo
trimestre e del 3-4% per l'anno. Si potrebbe continuare anche con altri
dati sulla produzione, sulla fiducia, ma resta il fatto della recessione
che si avrà. E questi dati potrebbero peggiorare se la durata della
situazione di fermo dovesse allungarsi.Ma
sono le aspettative che possono cambiare lo scenario a tenere banco;
aspettative che possono migliorare o peggiorare la recessione o portare
ad una ripresa più o meno veloce.Gli interventi monetari sono
visti dai mercati positivamente non perchè siano incisivi nel contesto
attuale di ampliamento della diffusione del virus durante il quale
l'economia si è fermata, ma perchè consentiranno il supporto necessario
nel momento in cui sarà dichiarata la fine dell'emergenza e si dovrà
ripartire. Mentre a poco o nulla servono nel momento in cui le strade
sono vuote e i movimenti di merci e persone sono annullati.
La vera scommessa è sulla previsioni della durata di questa situazione.
E qui, alcune divergenze di opinione, basate comunque su una bassa
conoscenza del fenomeno e delle sue implicazioni, esistono e comportano
differenti scenari.
La differenza è semplice:
c'è chi dice che a giugno finirà tutto e si ripartirà e chi, invece,
sostiene che ci vorrà più tempo. Diverse valutazioni. I primi sono
iperottimisti e pensano che finisca tutto veleocemente e che non ci
saranno traumi psicologici nelle persone. Sono convinti che tutto
riprenderà dove da ci si è fermati come se nulla fosse e, anzi, ci
potrebbe essere una positiva euforia dopo lo schock subito.I
secondi credono, invece, che il problema perduri per un periodo più
lungo, fino all'estate o anche oltre. Che lascerà una situazione
psicologica ed economica tale da non consentire una ripresa così veloce.
Le perplessità portano all'idea che il supoeramento degli effetti del
virus richiederanno più tempo; e, quindi, l'economia resterà penalizzata
a lungo.Difficile stabilire, ad oggi, chi possa aver ragione.La
mia opinione è che vedo difficle che possa essere realmente così breve,
ma soprattutto, che si possa ricominciare con una sorta di boom della
produzione e dei consumi come se tutto ciò che sta accadendo si
dimenticasse e non lasciasse traccia.Forse, come sostengono molti, cambierà le nostre abitudini e il nostro approccio ai consumi; è plausibile.Ma
proprio perchè siamo su un terreno sconosciuto, di cui si conoscono
poco gli effetti sia economici che psicologici è difficile fare
previsioni sulla ripresa, sulla disoccupazione, sulle risorse e sul
debito di ogni paese.Il fatto che colossi
come BMW, Adidas e altre ancora, affermino di non essere in grado di
stabilire proiezioni per quest'anno è significativo delle difficoltà
nell'interpretare l'attualità e il futuro.
Se
guardiamo ai leader politici possiamo notare che le loro previsioni
arrivano a questa estate, quindi almeno un trimestre e mezzo; e anche
questo è un dato da consideraree che ha delle implicazioni.La
settimana prossima saranno comunicati gli indici di fiducia di molti
paesi e aiuteranno a fornire delle indicazioni sulle aspettative del
mondo economico. E non solo.